LE PERSONE SONO PERSONE E NON “DISTURBI”!

Cos’è un disturbo psicologico ?

Non c’è una risposta oggettiva a questa domanda.  Non vi sono criteri come analisi del sangue o una tac per stabilire se una persona sta male!

Ognuno è un universo che funziona a modo suo, con le proprie paure e le proprie strategie per affrontarle.. Non esistono modi giusti o sbagliati di vivere..

LE PERSONE SONO PERSONE E NON “DISTURBI”!

Per questo, in quest’articolo, cercherò di dare una definizione di cosa può essere questa “disturbo psicologico” che tratterò tra virgolette.

Il benessere psicologico è soggettivo: ciò che una persona può vivere con sofferenza, un’altra persona può riuscire ad affrontarlo con serenità, e viceversa.  Ciò può dipendere dal valore che diamo alle cose e alle relazioni, da quali sono le scelte importanti della nostra vita, da come abbiamo imparato a fare fronte agli ostacoli.

Possiamo descrivere il “disturbo psicologico” come uno stato di disagio emotivo percepito soggettivamente, accompagnato da difficoltà nelle attività della vita quotidiana, nel lavoro o a scuola, oppure nei rapporti interpersonali e familiari.

Nella mia esperienza professionale ho sperimentato che spesso son implicati degli eventi stressanti della vita relazionale, come un lutto, la perdita del lavoro, la perdita di un ruolo importante nella propria vita, il pensionamento, il matrimonio, un trasloco, l’inizio di una nuova carriera, un figlio; ma a volte può succedere che non vi sia una causa specifica ed evidente. Sono queste le volte in cui ci spaventiamo di più, perchè non riusciamo a capire che cosa ci succede.

E’ importante sapere che  può capitare almeno una volta nella vita. Spesso non se ne parla, ma se chiederai in giro, scoprirai che è capitato alla maggior parte delle persone che conosci.

Capita che non abbiamo parole per definire come ci sentiamo in quei momenti, ed abbiamo paura di venir giudicati “matti” o “strani”. Alcuni lo definiscono come un “blocco”, altri come un “pensiero ossessivo”, altri come un ” sono sempre triste, mi sembra di non avere più la voglia e la forza di fare niente”, “mi sento sempre in pericolo, in ansia, ho paura e non so di cosa”. Inoltre la difficoltà può essere generalizzata ed invadente in tutti gli ambiti della nostra vita oppure può essere limitata ad uno specifico contesto o alla relazione con alcune persone, con cui ci sentiamo “in imbarazzo”, “giudicati”, o con cui non riusciamo proprio a relazionarci.

Come ho potuto sperimentare, uno dei primi passi per uscirne  è riconoscere che c’è qualcosa che non va. In seguito sarà importante accettare la propria condizione di sofferenza e di confusione interiore per poi decidere di prendersi cura di sé.

Cogliendo il proprio disagio e dandogli un nome, le persone possono ridimensionare le proprie paure e riacquistare la fiducia di poter fare qualcosa, per poter tornare a dare un senso alla propria vita.

Ho scelto di esporre in questo articolo alcune descrizioni dei “disturbi psicologici” più frequenti.  Ritengo che non sia utile diagnosticarsi un disturbo psicologico ma potrebbe esserlo conoscerne alcuni, in modo da non sentirsi “senza speranza” ma anzi poter condividere un disagio che anche molte altre persone hanno. Ritengo comunque che ogni persona sia un universo unico e speciale, con le proprie caratteristiche, le proprie esperienze ed i propri sentimenti, perciò sarà importante andare oltre alle “etichette diagnostiche” ed approfondire invece come ci si sente, quali cose sono importanti nella nostra vita e come scegliamo di affrontarle.

Le descrizioni e le “etichette” dei “disturbi psicologici” scientificamente condivisi, sono riportati nella classificazione del Manuale Statistico Diagnostico dei Disturbi Mentali, ossia il DSM – Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders pubblicato dalla American Psychiatric Association. Qui di seguito cercherò di riportare alcune definizioni traducendole in termini comprensibili. In altri articoli potrai trovare approfondimento di alcuni di questi.

  • Dipendenze patologiche: quando la ricerca del piacere o dell’eccitazione supera la propria capacità di autoregolazione e le persone sentono di stare bene solo insieme o attraverso la dipendenza da qualcosa o da qualcuno.  Questo può succedere nell’alcolismo, nella dipendenza da internet, nella dipendenza dal gioco d’azzardo, nella dipendenza da sostanze, nella dipendenza da sesso, o da una relazione.
  • Disturbi cognitivi: caratterizzati da una compromissione delle cosiddette funzioni razionali, quali la capacità di ragionamento, la memoria, l’attenzione, il linguaggio. Esempi di disturbi cognitivi sono la malattia di Alzheimer, l’Amnesia o altre situazioni conseguenti ad un trauma cranico, ischemia, etc,..
  • Disturbi d’ansia: in cui l’ansia ricorre cronicamente ed influisce pesantemente nella vita delle persone, come nel caso degli Attacchi di panico, le Fobie, il Disturbo post-traumatico da stress,  ed il Disturbo ossessivo-compulsivo.
  • Disturbi dell’umore: in cui le alterazioni del tono dell’umore sono tali da danneggiare il funzionamento a livello sociale, lavorativo o scolastico. Ad esempio: la Depressione, il Disturbo maniaco-depressivo (Bipolare).
  • Disturbi sessuali: in cui il proprio comportamento sessuale provoca disagio a sé o agli altri.
  • Disturbi “psicosomatici”: in cui vi sono problemi fisici senza che si riesca però ad individuare una causa organica. Essi possono essere compresi a livello psicologico come il  Disturbo di somatizzazione, Disturbo di conversione, Disturbo algico ( emicrania, mal di stomaco, mal di schiena), Ipocondria ( sentirsi sempre ammalati), Disturbo di disformismo corporeo.
  • Disturbi alimentari: caratterizzati da una cronica e inadeguata modalità di alimentarsi, come nel caso dell’Anoressia, la Bulimia, il Disturbo da alimentazione incontrollata (Binge eating disorder).
  • Disturbi del controllo degli impulsi: caratterizzati dall’incapacità di resistere all’impulso di compiere un’attività pericolosa, come nella Cleptomania, la Piromania, la Tricotillomania, la Dermatillomania, il Disturbo del controllo della rabbia, il Disturbo esplosivo intermittente.
  • Disturbi del sonno: caratterizzati da anomalie della quantità, della qualità o del ritmo del sonno o da comportamenti inconsueti che si verificano durante il sonno, come nell’Insonnia, l’Ipersonnia, la Narcolessia,  il Sonnambulismo.
  • Disturbi dell’adattamento: in cui, rispetto ad un evento difficile della vita, la persona risponde in modo eccessivo tale da danneggiare il proprio funzionamento a livello sociale o lavorativo.
  • Disturbi dell’infanzia/adolescenza: sono i disturbi diagnosticati solitamente per la prima volta nell’infanzia, nella fanciullezza o nell’adolescenza. Esempi di tali disturbi sono: i Disturbi da tic, i Disturbi dell’apprendimento (Dislessia, Discalculia, Disgrafia), i Disturbi della comunicazione, i Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, i Disturbi dell’evacuazione (Encopresi, Enuresi), il Disturbo d’ansia di separazione, il Disturbo da deficit dell’attenzione (ADHD), i Disturbi pervasivi dello sviluppo, il Mutismo selettivo, il Ritardo mentale.

 

Dopo aver riportato quest’elenco, ci tengo a precisare che tuttavia,  nella pratica clinica si rivela poco utile classificare ed etichettare le persone con dei “disturbi psicologici”.

Le persone sono persone non “disturbi”!

Non è importante stabilire se una persona è ” malata” o no, a livello psicologico, tanto più farle capire  che può stare meglio,  uscire da quello stato di disagio che prova. Non è facile e spesso non ci si riesce da soli, ma l’aiuto di un parente o di un amico può rivelarsi poco efficace e in alcuni casi controproducente.  In questi casi un terapeuta esperto e preparato può ascoltarti ed aiutarti a capire meglio cosa ti succede. Un terapeuta è una presenza sicura che ti accompagna nel mettere a verifica le tue paure, i tuoi dubbi o le scelte che devi prendere.

Un aspetto che pochi conoscono è che nella psicoterapia non è importante sapere e focalizzarsi sulla propria “diagnosi”.

Per questo ritengo che la psicoterapia possa essere più utile della valutazione o di una consulenza da uno psicologo, perchè permette di dare voce ai propri pensieri e alle proprie esperienze, e di trovare una strada alternativa per sentirsi meglio.

Un approccio costruttivista, come quello dell’orientamento che seguo nella psicoterapia, si concentra nel futuro e nei modi in cui possiamo affrontare le sfide e le scelte personali più difficili, anzichè concentrarsi nelle esperienze passate e nei “traumi infantili”. Parleremo del tuo presente, delle esperienze che vivi ogni giorno per trovare insieme strade alternative per il tuo benessere.

 

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